Uno studio dell'Università della California di Los Angeles ha stabilito che i pazienti affetti da gravi apnee ostruttive del sonno traggono maggiori benefici dalla tecnica di avanzamento maxillo-mandibolare.
La ricerca, pubblicata su Jama Otolaryngology-Head & Neck Surgery, ha analizzato l'effetto della pratica chirurgica introdotta nel 1986 per il trattamento delle apnee ostruttive, ma già in uso dagli anni cinquanta per la correzione delle dismorfie dento-facciali.
La tecnica produce un'espansione dello scheletro facciale che consente di mettere in tensione le strutture molli delle pareti faringee diminuendone o impedendone il collasso grazie al riposizionamento in avanti della lingua e all'irrigidimento delle strutture muscolari del collo, del palato e della faringe.
In origine, l'avanzamento maxillo-mandibolare era considerato un intervento invasivo, soprattutto se paragonato ...
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